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Ho votato no alla fiducia al DL Semplificazione. Di seguito il mio intervento in aula al Senato.Noi de “L’Alternativa c’è” voteremo contro questa ennesima fiducia al Governo e contro l’ennesimo schiacciamento autoritario delle prerogative parlamentari. Ormai il ruolo del Parlamento risulta totalmente esautorato: è avvalsa la prassi di esaminare i decreti legge, in sede di conversione, in una sola Camera, con l’altra chiamata solo a ratificare scelte fatte altrove. Stiamo votando, come ormai di consueto, l’ennesimo decreto omnibus, nonostante i recenti richiami anche del Quirinale. Mi aspettavo una diversa reazione su questo modo di procedere, soprattutto da parte dei nostri ex colleghi del M5S, che nella scorsa legislatura avrebbero fatto le barricate sia contro il contenuto di un decreto simile sia, soprattutto, contro l’imposizione continua e praticamente scontata della questione di fiducia su ogni provvedimento.Il Dl Semplificazioni è un decreto a dir poco omnibus, che contiene norme eterogenee e variegate, e che nel corso dell’iter alla Camera è stato letteralmente infarcito dei contenuti più stravaganti.Alla Camera è successo di tutto: lavori continuamente rinviati ed in notturna, in modo da non permettere di capire cosa accadesse realmente, e favori a destra e a manca hanno caratterizzato la conversione del decreto. Qui al Senato, poi, è umiliante e vergognoso quanto sta accadendo, con il testo fatto approdare a due giorni dalla scadenza definitiva.Quanto al contenuto, purtroppo, c’è ben poco da dire. Sintetizzo per i normali civili che non riescono a districarsi in un autentico groviglio di ben più di 66 articoli, perché tra bis, ter e quater, il numero lievita a dismisura. In sostanza:si dà un calcio ben assestato al codice degli appalti, favorendo meccanismi collusivi e clientelari, soprattutto nel delicatissimo settore del subappalto;si ipoteca la gestione del PNNR, istituendo una cabina di regia ad hoc a Palazzo Chigi, creando un inutile e costoso mostro burocratico;si sventra il codice dell’ambiente, con nuove norma in materia di Via e Vas, basate solo su logiche economiche e di mercato.In particolare, la deregolamentazione nella materia contratti pubblici – attraverso la liberalizzazione dei subappalti, l’aumento degli affidamenti diretti e il ritorno dell’appalto integrato – rappresenta l’idea del Paese che caratterizza le politiche di questo Governo: meno controlli e maggiore facilità nell’aggirare le regole. Si tratta di una visione distruttiva del Paese, dove prevale l’autoritarismo delle scelte. Noi siamo contro questa visione di società, contro le lobby, contro la logica del “liberi tutti”, senza dibattito democratico, ma a favore della giustizia sociale e dei cittadini.I nostri colleghi de “L’Alternativa c’è”, alla Camera, hanno provato a cambiare le carte in tavola su questo decreto mentre qui al Senato questo non c’è stato neanche permesso. Il problema, però, è rappresentato da chi oggi vota a favore di questo provvedimento e, conseguentemente, di questo Governo. Il M5s si è presentato agli elettori 3 anni fa come “un qualcosa di assolutamente diverso dai partiti tradizionali e dai loro leader, ma anche dalla vecchia divisione tra destra e sinistra”. Giù di cappello al trasformismo più puro, di quei principi non è rimasto più niente.

https://www.facebook.com/LuisaAngrisaniM5S/videos/353267562904613

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