Ieri sono intervenuta in aula al Senato sul DdL delega in materia di disabilita’.Di seguito il testo del mio discorso.”Grazie Presidente, colleghi e colleghe,finalmente giunge allโesame del Senato il disegno di legge delega in materia di disabilitร , rispetto al quale sarebbe stato piรน che auspicabile un vero passaggio in entrambi i rami del Parlamento. Invece, come ormai avviene continuamente nella legislazione piรน recente, la prassi vuole che tutti i nodi, politici e non, vengano affrontati e sciolti in una sola Camera, relegando la seconda ad un mero compito di ratifica.Ciรฒ, tra lโaltro, non riguarda esclusivamente lโesame dei provvedimenti sui quali il Governo pone la questione di fiducia, anche se tale rappresenta indubbiamente la maggior parte dei casi, ma anche atti, quale il presente disegno di legge, su cui pare essersi svolto in modo formalmente legittimo lโesame parlamentare.Tuttavia รจ sufficiente vedere i resoconti delle commissione Lavoro, lโorgano deputato allโesame in sede referente del provvedimento, per osservare come i senatori, trattando dellโargomento in due sole sedute, non abbiano potuto, come si suol dire, โtoccare pallaโ. Naturalmente questa critica รจ rivolta giocoforza anche allโesame del disegno di legge di Bilancio, che si appresta ad essere votato dallโAula del Senato senza alcun vero esame da parte della commissione Bilancio.Se il Governo Draghi ritiene queste procedure rispettose del principio democratico e della sovranitร del Parlamento trova la mia forte opposizione a queste prassi, rispetto a cui dovrebbe essere avviato un ampio dibattito sul rispetto delle sfere delle competenze e delle attribuzioni degli organi costituzionali.Tornado allโesame dellโargomento odierno, รจ indubbio come la finalitร di realizzare una piena inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilitร non possa che rappresentare un obiettivo generale, da perseguire in modo piรน soddisfacente rispetto allโassetto attuale. La riforma, difatti, ha un obiettivo ambizioso e penso che ogni cittadino di buon senso non possa che approvare lโideale secondo cui il sistema pubblico e la societร civile in cui vive possano agevolare la vita delle persone disabili.Per questo uno Stato che si professi realmente democratico ha il dovere di garantire che ad un cittadino disabile sia assicurato il pieno esercizio dei suoi diritti civili e sociali, come recita lโarticolo 1 del disegno di legge, โcompresi il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonchรฉ l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazioneโ.La delega, dunque, รจ rivolta, alla promozione di un sistema di maggiore autonomia della persona con disabilitร , affinchรฉ il suo vivere si basi su taluni principi non negoziabili: pari opportunitร , autodeterminazione, non discriminazione e uguaglianza sostanziale.La mia speranza, da cittadina e senatrice della Repubblica, รจ che questa legge delega possa essere riempita di contenuti affinchรฉ possa realizzarsi un migliore processo di integrazione e inclusione personale nella societร , in tutte le vesti in cui esso possa esplicarsi.Non posso, tuttavia, non notare alcune lacune che riguardano la riforma, nella consapevolezza che la pre-condizione affinchรฉ possa essere migliorata la vita di un soggetto con disabilitร รจ la presa di coscienza della comunitร locale in cui un soggetto vive, sia dal punto di vista civile che dal punto di vista pubblico. Mi riferisco allโesigenza secondo cui le comunitร di riferimento e le amministrazioni locali debbano essere le prime a rendere piรน agevole la vita di un disabile, essendo chiamate a comprendere le maggiori difficoltร , fisiche e psicologiche, di tale stato e a facilitare i processi inclusivi.Come dicevo la legge delega che ci apprestiamo a votare, pur nella speranza che possa essere utile ai diretti interessati, รจ priva di una visione e di una struttura dโinsieme. Ben venga una razionalizzazione delle diverse procedure con cui un soggetto disabile si approccia al rapporto con il settore pubblico, per esempio, ma i riferimenti concreti alle modalitร secondo cui si intende migliorare la qualitร della vita di una persona disabile sotto ogni aspetto, in riferimento ai quotidiani contesti scolastici, lavorativi, culturali o sportivi sono solo accennati.Resta dunque da vedere in quale modo lโidea di una progettazione di vita individuale, personalizzata e partecipata, compresa l’attuazione della stessa in modo da garantire la soddisfazione della persona interessata, sarร realizzata, onde valutare ex post quelle che appaiono certamente buone intenzioni. Il mio giudizio, dunque, non puรฒ che restare sospeso, anche in ragione del fatto che il tema dellโinclusione scolastica non viene adeguatamente focalizzato.Ne approfitto per informarvi che ho predisposto un ordine del giorno sul tema del riconoscimento professionale degli assistenti allโautonomia e alla comunicazione, sui quali si registra un preoccupante ed ingiustificabile ritardo da parte dello Stato, nonostante il decreto sullโinclusione, riformato nel 2019, avesse dato un tempo massimo entro cui addivenire ad un accordo in Conferenza unificata, e tale termine era marzo 2020.Dโaltra parte non posso esimermi dal notare che รจ da anni che il Parlamento tenta, impotente, di imprimere una svolta per aumentare il numero dei docenti di sostegno in servizio. Ogni anno scolastico che viene avviato senza fornire un docente in possesso del relativo titolo allโalunno o allโalunna che ne avrebbero diritto rappresenta un fallimento del nostro sistema, non in grado di rispondere con una dotazione organica idonea alle esigenze che emergono dalla societร . Ecco, dunque, un esempio che dimostra la parzialitร della delega legislativa, che pure annovera lโinclusione scolastica tra gli obiettivi della riforma.Per non parlare poi dellโUniversitร , dove รจ vero che vengono previsti fondi nel PNRR per garantire che nella ricerca non vengano fatte discriminazioni, ma vi ricordo che in Italia ci sono oltre 16mila iscritti allโuniversitร con DSA e non riescono a superare test per le iscrizioni o a portare avanti un percorso di studi addirittura in alcuni casi con tragiche conseguenze perchรฉ non vengono garantiti loro gli strumenti dispensativi e compensativi che restano ancora a discrezione dei docenti e di conseguenza non cโรจ certezza del diritto nonostante una legge votata dal 2010.Concludo nella speranza che anche lโordine del giorno presentato dalla presidente della commissione lavoro che ho sottoscritto sulla revisione della legge 68 del 1999 in materia di inclusione lavorativa possa trovare unโeffettiva applicazione. Tanti sono i lavoratori disabili privi di occupazione, basterebbe dare loro gli strumenti adatti per poter superare i colloqui o le prove di lavoro e far emergere la loro professionalitร Non nego che lโoccasione potrebbe essere utile per fare un โtagliandoโ complessivo sui rapporti tra legislazione e burocrazia da una parte e universo della disabilitร dallโaltro, al fine di giungere ad una ristrutturazione dei rapporti generali in grado di agevolare e migliorare la qualitร della vita dei soggetti disabili.Lโoccasione, dunque, puรฒ essere propizia e non va gettata alle ortiche ma unโeventuale soddisfazione non potrร che essere dichiarata in una fase successiva, quando si vedrร in che modo si saranno perseguiti gli obiettivi della legge e, soprattutto, quale sarร lโimpatto tangibile sulla qualitร della vita dei diretti interessati”.
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