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In Campania nel distretto sarnese-vesuviano, 76 comuni circa 1,5 milioni di abitanti, sono in vigore le tariffe più alte della regione. La gestione del servizio è affidata alla GORI S.p.A che applica continui rincari, addirittura del 31 per cento nel quadriennio 2016-2019, a cui, di fatto, non corrisponde un adeguato beneficio per i cittadini, sia a livello di infrastrutture che di servizi.In merito a tutto ciò ho ritenuto doveroso interrogare il Ministro delle Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.L’aumento dei costi tariffari da parte della Gori, a carico dei cittadini, prosegue senza sosta da un ventennio così da essere socialmente insostenibili.A tutto ciò si aggiungono episodi gravissimi di distacchi di utenze avvenuti senza tener conto dei diritti dei consumatori come nel caso di una donna ottantaduenne, a Nola, di una famiglia con due bambini piccoli, a Massa di Somma o come nel caso dello scorso 19 maggio quando ad una novantatreenne, disabile, era stata interrotta la fornitura del servizio idrico senza aver ricevuto nessun avviso che le permettesse di far valere propri diritti.Seppure i continui aumenti tariffari siano stati giustificati per consentire al gestore di ammodernare ed investire per ridurre le perdite di rete, il 50 per cento delle risorse idriche vanno sprecate lungo la rete di distribuzione a causa della vetustità degli impianti, generando un danno sia in termini ambientali che economici.L’aumento delle tariffe incide fortemente sulla capacità di spesa delle famiglie, soprattutto in momento storico come quello attuale, nel quale il peso delle ripetute crisi economico-sociali, da inizio del decennio scorso fino ad oggi, con l’emergenza epidemiologica da COVID-19, hanno riverberato i propri effetti negativi sulle fasce più deboli della popolazione.Pertanto ho chiesto al Ministro della Transizione Ecologicase intenda attivarsi al fine di esercitare i poteri sostitutivi e di controllo, previa diffida e commissariamento, laddove gli enti di governo più prossimi all’ambito distrettuale sarnese-vesuviano, l’Ente idrico campano e la Regione, non esercitino tali poteri. A dieci anni dal Referendum del 2011, che sancì la volontà popolare di una gestione pubblica dell’acqua, senza profitti, parlare ancora di una società come la Gori che continua a vessare i cittadini, doverne chiedere il commissariamento, è una sconfitta per tutti. Addirittura con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si rischia di peggiorare la situazione, si affidano più poteri ai privati nella gestione idrica, favorendo addirittura una logica privatistica che prevede il superamento delle gestioni pubbliche. Non possiamo permetterlo.Al seguente link potrete trovare la mia interrogazione http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText…L’Alternativa c’è#NoGori#AcquaPubblica

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