La riduzione del numero dei deputati e dei senatori avrà effetti positivi sull’efficienza del Parlamento. A partire da questo principio è chiaro che, al di là dei numeri, la riforma costituzionale è soprattutto una questione di qualità. Si tratta di un concetto che dovrebbe essere patrimonio di tutti ma che, alla luce di certi articoli di stampa pubblicati oggi, è bene ripetere ancora una volta. Dovrebbe essere ovvio che la capacità di dare risposte ai cittadini non dipende esclusivamente dal numero degli eletti, non è direttamente proporzionale al numero di parlamentari, ma con 345 parlamentari in meno le Camere saranno messe in condizione di lavorare meglio e offrire risposte più rapide ai cittadini. Inoltre, i partiti saranno obbligati a proporre sui territori candidati migliori e riconosciuti dai cittadini, evitando così di candidare “big” sconosciuti sul territorio solo perché quel determinato collegio elettorale è ritenuto “blindato”. In questo modo avremo recuperato anche qualità in parlamento e la nostra democrazia sarà ancora più forte”.
Referendum 20/21 settembre

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